martedì 23 ottobre 2012

LE SCUOLE NAZIONALI

 Le scuole nazionali

31.1 - La scuola boema

All'inizio della seconda metà dell'Ottocentesco, iniziarono a delinearsi i presupposti per la nascita di scuole musicali alternative alle grandi tedesca, francese ed italiana che, con vari contributi, per alcuni secoli avevano monopolizzato il panorama. In realtà, si potrebbe parlare di scuola, nel senso accademico del termine, solo nel caso russo, con il gruppo dei Cinque, mentre nelle altre situazioni il termine "scuola" indicava più astrattamente una tendenza, un filone artistico. Tutte queste scuole nazionali furono però accomunate da questo desiderio di rivalsa nei confronti dell'egemonia italo-franco-tedesca in un'ottica prettamente romantica che privilegiasse quindi la cultura nazionale ed il recupero delle melodie e del patrimonio popolare. Non a caso infatti alla fine dell'800 nacque il fenomeno dell'etnomusicologia che costituì l'espressione prettamente "scientifica" di questa tendenza. Le forme musicali più apprezzate da queste scuole erano quelle tipicamente romantiche: pezzi per pianoforte, poema sinfonico, lied, e soprattutto opera e balletto, dove il carattere nazionale poté sfruttare il grande contributo alla causa dato dalla letteratura locale, come nel caso della Russia. La scuola boema nacque idealmente con Bedřich Smetana (1824-1884), che tendeva al recupero del patrimonio culturale senza rinnegare i valori culturali europei. Di lui si ricordano i sei grandi poemi sinfonici per orchestra raccolti con il titolo "Ma vlast" (la mia patria), e l'opera "La sposa venduta". Prosecutore dell'opera di Smetana fu Antonín Dvořák (1841-1904), che risentì dell'opera Brahmsiana nelle sue 9 sinfonie, tra le quali spicca la quinta (o nona) "dal nuovo mondo", composta appunto durante il suo soggiorno statunitense dove ricoprì l'incarico di direttore del conservatorio di musica di New York. Essa risente, anche se in modo velato, dei canti popolari "spirituals" propri della cultura di quelle terre. Il suo contributo alla musica popolare boema annoverava la "Suite ceca" e le due serie di "Danze slave" per pianoforte a quattro mani. I generi tipicamente romantici videro in lui la luce con 5 poemi sinfonici, mentre la produzione operistica comprendeva "Il giacobino" e "Rusalka e Armida". Vasta anche la produzione di musica da camera (tra cui vari lieder), e sacra (cantate, messe). Infine fanno parte del catalogo di Dvořák anche un concerto per piano e uno per violino.

31.2 - La scuola scandinava

La scuola scandinava-nordeuropea non annoverò grandi musicisti in grado di ricalcare le orme dei ben più famosi drammaturghi che animavano l'arte letteraria in quei tempi: su tutti spiccavano solamente le figure di Edvard Grieg (1843-1907) in Norvegia, Franz Berwald (1796-1868) in Svezia, Johan Jiulius Sibelius (1865-1957) in Finlandia, Niels Gade (1817-1890) in Danimarca. Grieg, all'inizio osteggiato per la sua volontà di rinnovatore musicale, riuscì tardivamente a fondare una vera e propria scuola norvegese grazie anche all'appoggio artistico di Liszt, e si guadagnò fama mondiale con la musica per il dramma "Peer Gynt". Di lui si ricordano vari pezzi per pianoforte tra cui spiccano i "pezzi lirici", di carattere delicato, quasi elegiaco, e il "Concerto per piano in la minore". Berwald fu un musicista molto audace nell'invenzione di alcune soluzioni armoniche estremamente particolari, che se da un lato si ricollegano direttamente alle atmosfere della sua terra, dall'altro furono alquanto osteggiate dalla critica musicale del suo paese. Ciò lo costrinse a lavorare per lunghi periodi all'estero, in varie parti d'Europa. La sua produzione fu incentrata sulle sei sinfonie (alcune delle quali intitolate) e sui poemi sinfonici. Sibelius proseguì il cammino romantico della musica Finlandese già tracciato da Wegelius e Kajanus, rimanendo però in un filone romantico abbastanza fuori dal tempo considerando la sua data di morte. La sua produzione incluse il poema "Finlandia" e le sette sinfonie, le prime delle quali risentirono dell'influsso di Čajkovskij. Gade inaugurò il filone romantico danese assieme ad Hartmann con l'opera "Echi di Ossian", fu didatta di buon livello e successe a Mendelssohn come direttore del conservatorio di Lipsia.

31.3 - La scuola inglese

La scuola romantica inglese fu incentrata sulla figura di Edward Elgar (1857-1934), che lanciato nel panorama musicale mondiale delle "variazioni enigma" Op.36 per orchestra, proseguì la sua carriera di compositore con la produzione di alcuni poemi sinfonici, come "Falstaff", di derivazione Shakespeariana. Divenuto famoso soprattutto per la famosa marcia "Pomp and Circustance", la sua produzione comprendeva anche due sinfonie, l'oratorio "Il sogno di Gerontius", alcune cantate, un concerto per violino ed uno per violoncello.

31.4 - La scuola spagnola

La scuola spagnola nacque ad opera del teorico, musicologo e compositore Felipe Pedrell, che mirò ad una valorizzazione del folklore popolare senza incorrere nelle esagerazioni esuberanti che tanto piacevano a Rimskij-Korsakov. Pedrell ebbe tra i suoi seguaci il grande Isaac Albéniz (1860-1909). Albéniz ebbe una gioventù alquanto movimentata, peregrinò per varie città europee e ciò gli permise di assimilare alcuni tratti stilistici della musica europea, tedesca in particolare. Egli portò avanti il pianismo di Chopin e di Liszt introducendo quel senso tipico del folklore spagnolo di piglio brillante ed estrema sensibilità timbrica ed armonica: le due suites "Iberia" e "España" si pongono in questo panorama come ammirati caposaldi. Il pianista ed in seguito compositore Enrique Granados (1867-1916), anch'egli allievo di Pedrell, raggiunse fama e prestigio alla tastiera con la suite "Goyescas", ispirata alle opere del pittore spagnolo Francisco Goya, tanto che una successiva elaborazione del pezzo diventò un'opera di scena. Di lui si ricordano anche le dodici "danze spagnole" sempre per pianoforte.

31.5 - La scuola russa

A partire dalla seconda metà dell'800, il desiderio di affermare una propria identità musicale colpì anche la Russia. Ad aprire la strada per il rinnovamento e la formazione di uno stile musicale personalizzato per questa nazione fu Michail Ivanovič Glinka (1804-1857), che avendo modo di viaggiare molto in tutta l'Europa, conobbe ed ammirò molti stili musicali differenti, dal francese al tedesco allo spagnolo, innamorandosi di quest'ultimo grazie anche al fascino esercitato su di lui dalla particolare sensibilità esotica di quella realtà. Fu Glinka che avviò in particolare la suddivisione dei due filoni dell'opera russa: quello storico, rappresentato idealmente dalla rappresentazione "Una vita per lo Zar", che narrava la storia patriottica di un povero contadino russo che sacrificò la vita per il suo sovrano; e quello fiabesco, ben incarnato nell'opera "Ruslan e Ludmilla", su testi di Puškin. Di lui si ricordano anche alcuni pezzi di destinazione sinfonica, da camera e per pianoforte. A partire dagli anni '60 si affermò invece il movimento riformatore costituito dal cosiddetto "gruppo dei Cinque": ne fecero parte César Cui (1835-1918), Milij Balakirev (1837-1910), Aleksandr Borodin (1833-1887), Modest Mussorgskij (1839-1881) e Nicolaj Rimskij-Korsakov (1844-1908). Tutti e cinque erano professionalmente impegnati su fronti differenti da quello artistico: medici, ingegneri, ufficiali militari, si dedicavano alla composizione nei ritagli di tempo senza neppure poter vantare una solida preparazione tecnica nell'arte del contrappunto. I due più rappresentativi furono Mussorgskij e Rimskij-Korsakov. Mussorgskij aveva una personalità estrosa e condusse una vita alquanto disordinata; anche le sue opere risentirono di questo suo carattere, tant'è vero che alcune furono lasciate incomplete e vennero poi terminate da Rimskij-Korsakov, di gran lunga il più dotato ed audace del gruppo. Di Mussorgskij val la pena citare due opere liriche: "Boris Godunov", costruito sul dramma di Puskin attorno alla storia dello zar Boris che usurpò, con la forza, il potere al suo predecessore e visse tutta la vita con il rimorso per ciò che aveva fatto, temendo che il destino si fosse accanito contro di lui e contro i suoi discendenti; e "Kovancina", che riprese la vicenda della lotta tra lo zar e i Boiardi di cui il protagonista, il principe Kovansky, faceva parte. In entrambe le opere si fece largo uso dei cori che simboleggiavano la grande partecipazione delle masse popolari alle vicende, secondo l'ideale di patriottismo tipicamente russo dell'epoca, ma si evidenziò anche sempre più, la frammentarietà delle varie scene che ben raffiguravano la condizione di precarietà della vita del compositore. Proprio in quest'ottica, si inseriva la particolarissima suite per pianoforte "Quadri da un'esposizione", composta per celebrare la prima mostra postuma del celebre architetto Hartmann, scomparso poco prima, della quale questo brano costituì una specie di colonna sonora. Oltre al poema sinfonico "Una notte sul monte Calvo" si ricordano alcune composizioni cameristiche per voce (quasi sempre basso) e pianoforte. Rimskij-Korsakov, come già detto, fu la mente più fervida dei Cinque e provvedette infatti al completamento di varie opere anche dei suoi colleghi minori, come ad esempio l'opera "Il principe Igor" di Borodin. Di lui si ricordano i due poemi sinfonici "Sheherazade" e "La grande Pasqua russa" per orchestra, alcune opere e soprattutto il suo contributo al filone della trattatistica: scrisse infatti un grande "trattato di armonia" ed uno "di orchestrazione" nel quale si analizzava in modo estremamente competente la teoria dell'orchestrazione musicale fino a quel tempo con alcune curiose "frecciate" ad alcuni grandi autori come Mozart, rei solamente di aver potuto orchestrare alla maniera delicata che il Settecento viennese richiedeva. Il panorama della musica russa nel secondo Ottocento non fu però assolutamente circoscrivibile a queste tendenze, spiccavano infatti altre due figure che operarono nella direzione opposta: Anton Rubinstein e Pëtr Ilič Čajkovskij. Il primo, grande didatta e già direttore del Conservatorio di musica di S.Pietroburgo, scrisse molte opere di ispirazione tipicamente occidentale in pieno contrasto con il gruppo dei Cinque specialmente nell'ambito pianistico, del cui genere era un sommo interprete. Čajkovskij, già allievo di Rubinstein a S.Pietroburgo, divenne ben presto professore di armonia nel conservatorio, e fu indubbiamente una delle maggiori figure del panorama musicale russo di tutti tempi. Personaggio introverso e irrequieto, manifestò da subito grande stravaganza e senso del destino. La sua ispirazione musicale era però assai fervida, e il suo stile si ispirava, pur permeato di quei caratteri tipicamente russi riguardanti la musica popolare, a quelli più occidentali come il francese e il tedesco. La sua produzione annoverò un grande concerto per violino e orchestra, tre per pianoforte molto virtuosi e brillanti,  l'ouverture 1812 scritta per la campagna di Russia di Napoleone nella quale si evidenziava la sua notevole perizia nell'orchestrazione, e sei sinfonie tra cui spicca la "Patetica" che riproponeva la celebre tematica beethoveniana, ma con la differente, triste e sciagurata conclusione. Il carattere autobiografico della sinfonia emergeva chiaramente in stretto rapporto alla sua vita, sconvolta prima dalla dama "von Meck" che ne fu ignota mecenate e poi l'abbandonò, poi da un altro matrimonio fallito e dallo spettro dell'omosessualità. Finì miseramente con un suicidio per l'insostenibilità morale della sua condizione di fronte ai numerosi scandali. Čajkovskij scrisse anche alcune opere teatrali tra cui spiccano "Eugenij Onegin" su testo di Puskin, che riproponeva il tema dell'"antieroe" che rifuggeva dall'amore, e "la Dama di picche": entrambe piene di spunti pessimistici. Il genere però che permise a Čajkovskij di esprimersi al meglio fu quello del balletto: i tre capolavori "Lo schiaccianoci", "Il lago dei cigni" e "La bella addormentata nel bosco" rappresentano una vetta insuperata nel genere e costituiscono il primo vero esempio di balletto con musiche, non di mero accompagnamento alla scena, ma con un proprio altissimo valore artistico. Da questi celebri balletti venne poi assemblata una suite di brani orchestrali da eseguire senza il supporto scenico.

giovedì 18 ottobre 2012

Il mangiadischi

Il Mangiadischi



Con il nome generico di Mangiadischi si intende un tipo di giradischi portatile automatico in cui il disco in vinile da leggere (in genere nel formato 45 giri) veniva introdotto attraverso una fessura nell'involucro esterno.

martedì 2 ottobre 2012

MUSICA 800-900


La musica del romanticismo è la musica composta secondo i principi dell'estetica romantica. In senso stretto abbraccia un arco di tempo che va dal 1820 al 1880 circa.
In questo periodo il linguaggio musicale subisce una rapida evoluzione. Il musicista romantico muta infatti la sua posizione sociale: da un dipendente al servizio di chiese o corti diventa un libero professionista. Per il musicista romantico la ricerca della libertà professionale significò la possibilità di esprimere i propri sentimenti e le proprie passioni senza dover obbedire alle rigide, aride regole formali del classicismo.
Si impose dunque una nuova libertà formale: alla melodia fu affidato un ruolo-chiave come veicolo dell'espressione, ora frenetica ora malinconica, anche grazie al frequente uso del modo minore. Le dinamiche si fecero più irregolari, costellate dalle variazioni agogiche(accelerandirallentandirubati). Notevole importanza ed autonomia acquisirono i timbri strumentali.
Lo strumento musicale prediletto di quest'epoca fu il pianoforte per la quantità di gradazioni d'intensità e timbro di cui era capace e per l'elemento lirico e soggettivo legato alla presenza di un unico esecutore.

ARTISTI 800-900
01- Dicitincello vuie (E. Fusco (Sergio) - R. Falco) Ed. Canzonetta
02- Napule bello (P. Cinquegrana - De Gregorio) Ed. Bideri
03- 'A tazza 'e café (C.Capaldo - V. Fassone) Ed. Canzonetta
04- Presentimento (E. A. Mario) Ed. Nazionale
05-Rusella 'e maggio (Trusiano - Cannio) Ed. Epifani
06- Silenzio cantatore (L. Bovio - E. Lama) Ed. Canzonetta


01- Torna (P. Vento - N. Valente) Ed. Bixio
02- 'A casa de rrose (S. Baratta - N. Valente) Ed. Bixio03- 'O paese do sole (L. Bovio - V. D'Annibale) Ed. S. Lucia04- Napule e Surriento (E. Murolo - E. Tagliaferri) Ed. Bideri
05- 'Na sera 'e maggio (G. Pisano - G. Cioffi) Ed. Canzonetta
06- Che t'aggia di' (Della Gatta - E. Nardella) Ed. Curci

LA MUSICA ALLA REGGIA

LA MUSICA COLTA

La musica colta
La musica colta è il termine con cui ci si riferisce alla musica legata alla cultura alta, ovvero quelle tradizioni musicali che implicano avanzate considerazioni strutturali e teoriche e una tradizione musicale scritta, nonostante tali caratteristiche siano ben presenti in molti altri generi musicali nati nel XX secolo e considerati come "contrapposizione" ad essa.
Benché sia spesso identificata con la musica classica, la musica colta è in realtà quindi un genere più ampio, all'interno del quale comunque la musica classica occupa una posizione determinante. In generale, possiamo identificare i seguenti sottogeneri di musica colta:
  • la musica sacra;
  • la musica classica (ci si riferisce con questo termine alla musica prodotta essenzialmente in Europa a partire dall'undicesimo secolo fino ai primi del Novecento);
  • la musica moderna, dei primi anni del Novecento (dodecafonia, neoclassicismo, impressionismo musicale);
  • la musica contemporanea, composta a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale.